Problemi di coppia: gli errori in amore
"L'amore è il più sublime degli autoinganni" così recita
un famoso motto strategico e forse è per questo che, quando le cose non
vanno come avremmo tanto desiderato, amaramente ci accorgiamo di aver messo
nell'altro ciò che noi volevamo vedere. Sublimi ingannatori, nelle
relazioni amorose spesso diventiamo i prigionieri delle dinamiche che noi
stessi abbiamo contribuito a creare. Ciò non significa che siamo anello
debole della coppia o sia nostra la colpa del fallimento ma piuttosto che,
seppur con le migliori intenzioni, non abbiamo ottenuto i migliori risultati e
prenderne atto, per quanto doloroso, può darci la possibilità
di agire diversamente, modificando così quel copione relazionale
disfunzionale in cui, nostro malgrado, siamo rimasti intrappolati. Ho parlato
di copione relazionale disfunzionale perché, secondo l'approccio breve
strategico, gli errori in amore spesso nascono da quelli che sono chiamati
appunto, copioni di relazione, e cioè quelle parti che, più o
meno consapevolmente, recitiamo nella coppia e con noi stessi. Nessuno di
questi copioni è patologico di per sé ma è piuttosto la
loro ripetizione estremizzata a renderli tali. Per sfuggire al disastro
amoroso quindi, è importante diventare consapevoli, capire, quale
copione stiamo mettendo in scena e cambiare parte. Sì, ma come? La
prima difficoltà che l'autoanalisi dei problemi di coppia incontra
è che, chi fa parte di un sistema è impossibilitato ad averne
una sua piena e corretta osservazione, mentre chi interagisce con questo
sistema dall'esterno può godere delle potenzialità di un punto
di vista privilegiato. La seconda difficoltà è che, quando da
delusi innamorati parliamo a confidenti di sentimenti, sulla scia delle
emozioni e delle parole di chi vorrebbe soccorrerci ma non sempre sa come,
tutto può sembrarci più confuso e ragionare d'amore, è un
po' come voler acchiappare l'aria con le mani stringendo i pugni. Un utile
temporanea scarica non sempre sufficiente a capire e cambiare concretamente le
cose. Dunque? Epitteto filosofo greco di epoca romana affermava: "accusare
gli altri delle proprie disgrazie è la via dell'ignoranza, accusare se
stessi significa cominciare a capire, cessare di accusare gli altri e se
stessi è la via della sapienza". Insomma, per creare una frattura
nella coppia bisogna essere in due e se nessuno è colpevole del tutto,
ognuno ha la sua buona dose di responsabilità. Concetto difficilmente
digeribile in chi soffre per amore ma ciò che è importante
notare è che se è allora improprio parlare di una vittima
assoluta ed un carnefice totale, più probabilmente siamo in presenza di
una complementarietà nella relazione, una circolarità
disfunzionale in cui la vittima crea e mantiene il tiranno nella stessa misura
in cui il carnefice crea e mantiene la sua vittima. Una
complementarietà patologica che, proprio come nell'illusione ottica
della vite senza fine, si sostiene all'infinito. Cercare un unico colpevole
dei mali della coppia è dunque spesso fuorviante quanto assumersene la
totale responsabilità; e punire con ritorsioni il presunto colpevole
oltre a non risolvere il problema, il più delle volte lo complica
maggiormente poiché, in questo "gioco di specchi", il carnefice assume
a sua volta il copione di vittima della punizione. Per questa ragione
affrontare ed ammettere i propri errori in amore attraverso un percorso
psicologico di consapevolezza, non significa dichiararsi totalmente colpevole
dei propri disastri sentimentali ma piuttosto scegliere di diventare strumento
per il cambiamento nella coppia grazie al supporto di un osservatore esterno
competente, un tecnico delle relazioni che può analizzare e descrivere
meglio i copioni sentimentali in gioco tra gli innamorati.
Dott. Raffaele Ragazzini